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Miti e leggende relativi a Brindisi, sia che fossero costruite in ambienti culturali pagani sia in quelli cristiani, hanno come tessuto connettivo il mare; qualunque evento, nell’ottica del presente in cui furono elaborati, su quella coordinata è stato rivissuto e reinterpretato. Sul mare, nei piccoli promontori della costa prossimi alla foce dei non pochi corsi d’acqua del litorale si registra, come a Torre Testa sin dal paleolitico, la presenza dell’uomo. Egli viveva in un ambiente molto diverso dall’attuale considerando che nell’età del bronzo, ossia nel secondo millennio a.C., il
livello del mare era inferiore per alcuni metri rispetto all’attuale e, conseguentemente, la linea di costa non era coincidente con quella che conosciamo.
Ampia documentazione, sia degli insediamenti che delle loro frequentazioni è nei musei della provincia: nel Ribezzo di Brindisi, nel Nazionale di Egnazia e in quello delle Civiltà Preclassiche della Murgia meridionale che ha sede in Ostuni. Qui è la memoria di Ostuni 1, una donna vissuta ventottomila anni
fa, icona si direbbe, a un tempo, della preistoria brindisina e della maternità; della gestante, rinvenuta nella grotta di Santa Maria di Agnano, è proposto il calco della sepoltura. Storie che vengono da un remoto passato e che parlano di vita quotidiana, di frequentazioni, di paure; l’insediamento di Punta Le Terrare, nel porto medio di Brindisi, sviluppatosi nell’età del bronzo, ebbe molto verosimilmente una fine traumatica, rivelata dalle tracce d’incendio evidenziate dagli scavi a
suo tempo condotti. Dal mare e sul mare si era sviluppato intessendo rapporti con l’area egea. Come per altri centri, basterà qui far riferimento a Coppa Nevigata, l’avvio di tali contatti pare coincidere con lo sviluppo di una struttura fortificata al cui interno erano capanne circolari con strutture in legno e pavimento in terra battuta, in uno con cocciame di tradizione mesoelladica. Particolarissimo interesse rivestono i frammenti che documentano remoti approdi che si sono attribuiti all’incrociarsi
delle rotte commerciali relative al trasferimento di ambra e ossidiana verso levante.
Il volume curato da Danny Vitale e Antonella Romano, arricchito dalle illustrazioni di Antonio Mingolla, offre un’ottima sintesi degli esiti delle ricerche e studi susseguitisi negli ultimi decenni. L’opera copre un vuoto avvertito, proponendosi come efficace strumento di divulgazione e conoscenza, fondamentale risorsa, quest’ultima, per assicurare il rispetto di ciò che il passato ci ha trasmesso.

 

Arch. Emilia Mannozzi
Direttrice del Museo M.A.P.R.I.

Brindisi prestorica e protostorica

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